Bellezza e coinvolgimento

È la parte dionisiaca della bellezza, il caos che riconosciamo in essa, che suscita in noi il coinvolgimento. In questo vortice ci riconosciamo perché vi sentiamo la chiamata dalle nostre viscere, come di un equilibrio che un tempo siamo stati o che vorremmo raggiungere. È questo punto raro di equilibrio che produce nello spettatore l’emozione, il coinvolgimento.

Esattamente come avviene nell’apprendimento di una cosa nuova nel bambino, così anche il coinvolgimento emotivo proveniente dall’esterno è un processo biochimico. Come il bambino non potrà più scordarsi meccanismi mentali che ha fatto suoi per sempre – come contare o andare in bicicletta – allo stesso modo, l’adulto che prova un’emozione di fronte alla bellezza non sarà più in grado di scinderla da se stesso.

Bellezza come comunicazione

In questo modo, non è più uno spettatore ma un agente attivo di quella visione nell’atto di farla propria: nel sentirsi coinvolto in essa ne diventa parte. Da qui ha origine la potenza comunicativa della bellezza, la sua capacità di toccare l’altro e aprire varchi profondissimi.

E di questa forza eccezionale Magina ha fatto un proprio punto fermo, un valore indispensabile per il proprio lavoro. A partire dalla valorizzazione delle bellezze territoriali fino alla cura minima dei dettagli di ogni singolo evento, la bellezza è per Magina componente irrinunciabile. Qualcosa che va scovato con pazienza e costruito, ma che al contempo è come la conseguenza naturale di chi agisce con cura e dedizione. Bellezza dunque non come un fiore all’occhiello da ostentare, ma piuttosto un modo di andare nel mondo con molto amore.


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